Struttura energetica

Veniamo a descrivere come si deve intendere l’espressione energetica di un esagramma.

In cinese essi vengono indicati con il carattere Gua. Esso si riferisce alla pratica della divinazione con gli steli di Achillea, indicando in definitiva il risultato del calcolo combinatorio e casuale che produce un esagramma. Per estensione viene a significare anche l’esagramma. Con il medesimo carattere si indicano anche i trigrammi. Quando parliamo di espressione energetica intendiamo il fatto che un esagramma si manifesta a tutti i livelli energetici. Quindi: 1- a livello del jingesso possiede un corpo formato dalle diverse linee che lo compongono secondo le sessantaquattro possibilità che sorgono dalla combinazione originaria delle linee yin yi, spezzata, vuota e yang yi, intera, piena.

Esse sono due e generano sessantaquattro esagrammi elevando a potenza (sviluppando, quindi, potenzialità) il loro valore per tre volte, cioè per i San Cai Tre Potenze1. Essi nella concezione energetica cinese rappresentano la triade Tian, Di e Ren che struttura l’intero esistere. Dice il Wen xin diao long Il tesoro delle lettere: un intaglio di draghi: “ Quando l’alto e il basso definirono la propria posizione nacquero i Due principi: 2 soltanto l’uomo, che unisce in sé forze spirituali e materiali partecipa (della natura di entrambi). Si parla dunque di Tre Poteri.”3

Una volta ottenuti i trigrammi, che sono 8, questi vengono sovrapposti a coppie di due generando, così, un esagramma. Ciò equivale a elevare 8 alla seconda, che corrisponde a 8 alla potenza 2, o 2 alla potenza 4. Le due linee originarie, due poli che originano ogni esistere, moltiplicandosi per se stesse alla quarta, cioè elevandosi ancora alla seconda, generano, in questo modo, 64 combinazioni possibili. Facciamo notare, senza addentrarci nell’argomento, che le combinazioni alla base della struttura del DNA sono, appunto, 64.

Il processo di calcolo è il seguente:

2 linee originarie, che rappresentano l’Essere, che da senza forma, Wu ji Non uno, diviene, orientandosi secondo una polarità, cioè emanando lo Yine lo Yang, privi di ogni attributo se non una natura, rispettivamente, concreta e rarefatta. Questo è il Tai ji Suprema unità.Questo è il Cielo secondo la potenzialità del Cielo. Questo è la prima CaiPotenza.

2 alla seconda, cioè 4, combinazioni di due linee sovrapposte, la terra quadrata. La Terra secondo le potenzialità della Terra. Questo è la seconda CaiPotenza.

2 alla terza cioè 8 combinazioni di tre linee sovrapposte, le diecimila cose tra cui la più preziosa: l’uomo. Questo è la terza CaiPotenza.

L’uomo in quanto acme del processo di manifestazione permette il ritorno all’origine, quindi 8 viene elevato alla seconda: il cielo e la terra, la coppia entitaria che Yin e Yang hanno emanato attraverso processi di rarefazione e condensazione.

Così si formano i sessantaquattro esagrammi che compongono lo Yijing.

2- Gli esagrammi sono divisi in due trigrammi, shang superiore o alto, xia inferiore o basso, che esprimono il qidella situazione. Attraverso le diverse combinazioni degli otto trigrammi le situazioni si modulano esprimendo un rapporto tra interno e esterno, tra sotto e sopra, tra non-conscio e conscio, tra ciò che non è emerso e ciò che è manifesto. In questa descrizione giocano un ruolo fondamentale le linee che occupano, in relazione tra loro, un determinato posto. Questo insieme di dati esprime le potenzialità della situazione.

3- Ogni esagramma ha un nome, la sua anima, il Ling. Ovviamente, in cinese, questo nome è un carattere, quindi un’espressione simbolica, esprimente le regole del cielo, che descrive una determinata situazione e che rimanda

4- a una funzione archetipica, la funzione semplice che sta all’origine e alla fine di un ciclo e ne indica il senso, lo Shen. Essa è rappresentata nel nome, nel carattere, dell’esagramma

Espressione

Vi è, poi, un altro modo di percorrere la trama raccontata da ogni esagramma esaminandone la struttura, sempre secondo quattro livelli:

1- Le singole linee che rappresentano un percorso narrativo che inquadra una storia e indica un ordine nello svolgersi di una situazione. Tale trama si srotola, per così dire, lungo una linea temporale che segue il ciclo naturale di nascita, maturazione, declino e risoluzione/cambiamento. Approfittiamo di questo discorso per sottolineare la differenza semantica tra hua mutare, cambiare e yi trasformare. Il cambiamento avviene all’interno di uno stesso dominio energetico, mentre la trasformazione rappresenta il passaggio a un dominio altro. Per esempio: all’interno dell’insieme dei numeri reali sono possibili dei cambiamenti, le operazioni, mentre l’insieme dei numeri reali e quello dei numeri immaginari sono diversi e, perciò, passare da uno all’altro rappresenta una trasformazione. Così all’interno di uno stesso esagramma avvengono cambiamenti secondo energia e tempo, ma passare da un esagramma e l’altro rappresenta una trasformazione.

2- tre coppie di digrammi che segnano le sfere della manifestazione generata dall’incontro originario e originale di Yine Yang: a) Dila Terra, il digramma di base, madre di ogni jingessenza. Da essa Yi wan jian shi le diecimila cose prendono la sostanza materiale di cui sono fatte e attraverso questa via ogni cosa si manifesta secondo la sua essenza materiale e ha nome. b) Ren, il digramma centrale, l’Umanità. L’uomo, nella concezione tradizionale cinese e non solo, è figlio del Cielo e della Terra, frutto dell’incontro tra la materia, che lo sostanzia individuandolo, e la forma, che lo modella e lo regola. Egli,tra le diecimila cose, Signore del creato, o meglio del manifesto, non come individuo, ma come potenza, archetipo della coscienza in atto, può riconoscersi nella sua natura divina, ovvero perdersi nelle istanze magmatiche dell’inerte materia distratta dalla svista pulsionale. Quindi la sua potenzialità può riconoscere assolutamente, cioè in modo libero, l’identità con la Via di assoluta non resistenza, cioè a-duale. c) Il terzo digramma, quello superiore, che rappresenta il Cielo, la forma senza forma che informa la sostanza materiale, organizzandola secondo logica e ragione, armonia e ordine, amore e intelletto.

3- Una coppia di trigrammi che rappresentano il rapporto tra interno e esterno.

4- L’esagramma nella sua struttura intera come simbolo archetipico di un’azione. Come fosse una quantità di spirito lanciato, similmente alle monete, nel divenire e che si coagula prendendo forma e fecondando lo spazio-tempo perché assuma una trama e un ordito.

Il modello di tutti i Gua è rappresentato dai primi due: Qian e Kun. Nello Xu gua zhun,il Commento agli esagrammi, si dice: Prima ci sono il cielo e la terra e poi ci sono le diecimila cose. Il cielo e la terra sono le radici preesistenti di ogni manifestazione. 1 Tianil Cielo yang 2 Dila Terrayin 3 le diecimila cose, tra cui, in posizione eminente, Renl’Umanità, l’unione dei due che forma ilTai ji, la Suprema unità.

Qian e Kun: la polarità originale

Abbiamo deciso di dedicare uno spazio particolare ai primi due esagrammi. Risulta chiaro che essi rappresentano, per così dire, gli archetipi degli archetipi. Possiamo considerarli da due punti di vista: uno più formale e statico, come modelli alla base di ogni cambiamento e trasformazione, l’altro dinamico e energetico, come luoghi dove l’energia, essendo al massimo grado, tende a mutare nel suo aspetto opposto. Attraverso l’uno è possibile intravvedere l’altro, in un gioco di specchi e ricami, in un Diao long intaglio di draghi, di una raffinatezza squisita, di una complessità meravigliosa. Osserviamoli, quindi, più da vicino.

Qian gua

La situazione rappresentata è quella del sorgere del sole, la mattina c’è una luminosità intensa che esprime un rafforzamento: yin e yang sono forti. Il termine qian è l’aspetto yang di queste due origini e la caratteristica che esprime è la creatività e attività del movimento. Lo yang è la parte vitale e attiva, la dinamica di movimento del cielo. La natura dello yangindica che il più grande si muove con regole più determinate, perfettamente, privo di difetti. Il cielo regola le stagioni con perfezione dinamica.

Qui abbiamo il cielo sovrapposto al cielo, oltre il cielo ancora cielo. I cambiamenti sono complessi. Qian xia, il trigramma inferiore, rappresenta il rafforzamento e completamento costante. Il cielo sembra sempre lo stesso, in questo senso è yang. L’origine dell’uomo è matematicamente in relazione con il cielo. Ogni individuo possiede una quantità di qidi cielo anteriore chiamata numero del cielo anteriore. Tale quantità è stabilita al momento della nascita, secondo la stagione, l’ora, la posizione. C’è, in quel momento una componente yine una yang. C’è, quindi, attraverso il calcolo di un esagramma, la possibilità di individuare il momento opportuno per il concepimento, cioè il momento migliore per cogliere il qi del cielo. Questo è il vero yang del qi.

Anche quando ci si allena con il Qigong, si può calcolare il momento opportuno, cioè il momento in cui c’è il vero qi, cioè quello più opportuno per sé, in quel momento. Procedendo con gli anni il vero qi si disperde e si esaurisce. Allora la pratica consiste nel raffinare il dan, il che significa “individuare” lo yuan qi, che potremmo anche tradurre la propria natura essenziale, il Sé, concentrarlo e metterlo in relazione con il qi del cielo. Questo è il cuore della pratica dello Yijing e del Qigong, quando si incontrano, cioè quando si comprende che non vi sono differenze. Quando ciò è avvenuto, allora, sarà possibile mandare il proprio qi a seguire la rotazione del qi celeste e unire il qidel cielo posteriore a quello anteriore. Ciò si dice Ritornare da dove si è venuti. Sul portale del tempio di Apollo/Dioniso a Delfi era iscritta questa frase: “Ti avverto, chiunque tu sia:/ Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura,/ se non riuscirai a trovare dentro te stesso/ ciò che cerchi, non potrai trovarlo nemmeno fuori./ Se ignori le meraviglie della tua casa,/ come pretendi di trovare altre meraviglie?/ In te si trova occulto il tesoro degli Dei./ Oh Uomo, conosci te stesso/ e conoscerai l’Universo e gli Dei.”

Nella Kaivalya Upanishad (I,16) si legge: “Questo supremo Brahman, atman universale, immensa dimora di tutto ciò che esiste, più sottile di ogni cosa sottile, costante: in verità è te stesso, perché Tu sei Quello.”

Grecia, India, Cina in un filo rosso che conduce alla conoscenza di Sé, all’interiore sentiero che non può essere doppio, ma neppure unico. Ritornare da dove si è venuti significa sviluppare e concentrare il qi per metterlo in rapporto con il cielo, e come vedremo, con le sue qualità: yuan, heng, li, zhen.

La capacità del cielo è infinita e inesauribile. Nessuna entità sfugge alla sua regola che è libertà profonda nel tempo e nello spazio. Non c’è alcuna forza che possa fermare la creatività spontanea e libera del cielo. Quando lo vediamo nel suo aspetto creativo esso protegge e nutre tutto ciò che ha generato e si mette in contatto armonico con tutte le entità in modo regolare e diretto. Dona a ognuno le stesse possibilità poiché è corretto e equo con tutti. Spetta all’individuo comprendersi per comprendere e sapere come armonizzarsi con il cielo. Allora si vive secondo le stagioni, regolando le attività vitali in maniera sferica, rotonda, morbida e completa. Allenandoci con il Qigong ci mettiamo in contatto sia sopra che sotto, sia mente sia corpo, praticando l’unione tra le parti. Lo yangè originario, è il vero qi che attraversa tutte le parti del corpo e si raffina in dan. Se non si arriva al dan, l’opera non può dirsi completa e, attraverso il dan, avviene l’unione con tutto l’universo. Per raffinare il dan, però, occorre stabilizzare il proprio cuore con la propria natura originaria. Il dan non si afferra e non si vede. Non può essere concretizzato. Quando pensi di ottenerlo come un obbiettivo, immediatamente lo perdi. Le cose invisibili non si afferrano. Una realtà in cui è solo possibile creare cose materiali resta nella materia, non percepisce l’immateriale che è la realtà reale. La cultura occidentale ha, da secoli, investito tutto sulla confusione tra Reale e Concreto. Ciò che sperimentiamo come Concreto, in realtà, è profondamente privo di concretezza secondo il Principio di Indeterminazione di Heisemberg e secondo la Teoria dell’Errore che, per altro, fa da copertina a ogni buon manuale di Fisica. Ciò che. allora, chiamiamo Concreto è privo di Realtà, mentre ciò che è veramente Reale non sottostà alla necessità del Concreto, essendo assoluto e, quindi, libero. Per conoscere l’immateriale occorre guardare dentro, comprendere ciò che l’interiorità rappresenta attraverso un percorso simbolico che, purificandosi, possa guardare all’archetipo, al Sé, libero, appunto da necessità.

Tutto ciò è lo sviluppo della potenza del Cielo.

Kun gua

Tutti i tratti sono yin. Ciò rappresenta il massimo di ciò che è morbido, di ciò che è fluido.

La terra riceve la potenzialità del cielo e possiede le medesime quattro virtù o potenzialità del cielo, ma esse non hanno lo stesso effetto sulle diecimila cose. Se il cielo rappresenta i principi operativi e funzionali della manifestazione, la terra ne rappresenta la concreta operatività e funzionalità. Un esempio: se il termine hengriferito al cielo significa la fluidità, la capacità di mettere in relazione le cose, riferito alla terra esso indica ciò che è fluido e capace di connessione. Kun, la terra, è strumentale al cielo e non si rapporta a tutti gli elementi nello stesso modo in cui si rapporta al cielo. Solo quando è morbida e fluida regge le diecimila cose. La sua fluidità e docilità è paragonata a quella di una puledra. Se il cielo cambia, la terra cambia a seconda di come cambia il cielo. In autunno si chiude, in inverno si raccoglie in sé. Essa è sempre in movimento dinamico, è sempre in azione, ma il suo movimento è uguale e opposto a quello del cielo. All’inizio ci sarà difficoltà e sbandamento fino a quando la rotta non sarà chiara. Per ottenere benefici da questa pratica occorre saper aspettare. Non può non tornare alla mente la storia di Talete che prevede il raccolto copioso di olive. Il cielo governa ogni cosa, regola, la terra, invece, seguendo il cielo, nutre. Il cielo si muove in senso orario, mentre la terra si muove in senso antiorario. Essa si muove come una puledra, morbida contro il vento. Nella sua corsa ha ritmo. Così Kun gua è simboleggiato da una cavalla. La terra si muove molto morbidamente seguendo le regole del cielo, ma in modo contrario. Così lo yangsi muoverà in senso antiorario, mentre lo yin in senso orario. Nel Tai ji du, il diagramma dell’alternarsi dello yine dello yang nella Suprema Unità, disegnato dal mitico Zhang sanfeng, sono rappresentate le potenzialità yin e yang. Dal grande al piccolo, ogni cosa segue la dinamica del Cielo e della Terra.

Per ciò che riguarda la pratica del Qigong occorre impostare la rotta applicando il pensiero e la volontà al perseguimento chiaro della propria individuazione, che, passando dall’identificazione va ad unirsi nell’identità. Il cielo posteriore deve adattarsi all’impostazione del cielo anteriore. Conoscere se stessi non è sufficiente, ma lo yang,unendosi opportunamente con lo yin,permette inoltre di divenire ciò che si è. Ciò significa andare nella direzione che la propria natura esprime, scegliere le situazioni opportune, comportarsi come una puledra, docile e al contempo piena di vigore e carattere. Kun gua nel Qigong rappresenta lo yin yuan qi, il qi yin del cielo anteriore. Il qi viene allenato nel dan tianinferiore fino a quando non è ben fluido e morbido, poi occorre prendere lo yang qi e concentrarlo nel Palazzo Superiore, cioè il terzo occhio. Tutto ciò senza sforzarsi, ma con intensità. La pratica alterna momenti yang a momentiyin. La giornata è divisa in sei periodi yang e sei periodi yin. Dalle ventitré alle undici lo yangsalee, in particolare, dopo la mezzanotte c’è un momento di tranquillità estrema, in cui è possibile praticare lo yang in alto,cioè nel dan tian superiore. Dalle undici alle ventitré avviene il contrario, lo yin sale, allora si allena lo yang in basso, nel dan tian inferiore. Più lo yang qisarà forte, più la luminosità,il dan, sarà forte. Nelle fasi yin, il dan si spegne e rallenta. La strada opportuna va in salita. Confucio commenta questo esagramma: “La grande terra: quando inizia la potenzialità della terra (zhen qi)? Inizia quando riceve il qi dal cielo. La relazione tra cielo e terra è uguale e opposta, allora le diecimila cose possono crescere.”

Tutto ciò rappresenta le capacità della terra che riceve lo yuan qi dello yin e nutre le cose. Essa ha un cuore molto profondo e spesso e comprende tutte le cose.

1 E’ importante sottolineare la differenza fondamentale nel tradurre Cai con il termine Potenza anziché Potere. Il Potere sei manifesta in forme costituite e auto-limitanti, mentre la Potenza è libera di modellarsi e adattarsi alle circostanze. Per approfondire questo punto di vista può essere utile affrontare lo studio dello Śivaismo kaśmiro.

2 ( Lo Yin e lo Yang, e, di conseguenza, Tian e Di il Cielo e la Terra. Ciò avviene attraverso un duplice e contestuale processo di condensazione dello Yang, in essenza completamente rarefatto e indefinito, e di rarefazione dello Yin, in essenza completamente condensato e definito. Quando questi principi si organizzano in un organismo si concretizzano o evolvono nei quattro livelli energetici: Shen e Ling, prevalentemente yang e Qi e Jing, prevalentemente yin.

3 Wen xin diao long edizione tradotta e curata da A. C. Lavagnino, Milano 1995

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